La via di casa
di Angela Tenca
Mi hanno consigliato di allontanarmi per un po’ dalla città, di vivere in un posto senza scarichi di macchine, con aria pulita e salubre. Né al mare né in montagna. Di fare una vita senza stress e un po’ di moto tutti i giorni, con moderazione.
Apricale mi è sembrata la soluzione ideale.
Il mio passo rimbomba nella notte del caruggio. Sopra i suoi sassi la mia ombra è ben visibile. Io non sono un fantasma e nessun fantasma mi insegue o mi aspetta dietro l’angolo.
Sono tranquilla, serena, mi godo le notti solitarie svegliandomi solo per ascoltare il ritmo del mio cuore.
La mia grotta è fresca e asciutta, forse una volta è stata una stalla per qualche animale ora ci dormo io tra queste pietre antiche.
Antiche quanto?
Chi ha costruito la prima casa di Apricale e perché?
Forse dovrei studiare un po’ di storia.
E come si sono accatastate le une sulle altre senza crollare mai?
Quale geniale architetto riuscirebbe oggi a progettare un siffatto labirinto?
Non è una storia questa o forse è una piccola storia d’amore per un posto fino a poco tempo fa sconosciuto ma che ha il magico potere di farmi stare bene. Di non farmi sentire mancanze che altrove sento forti.
Devo chinare la testa per entrare nella mia grotta. Pochi centimetri più alta e non potrei starci.
Pietre a vista lungo i muri, volte a botte per soffitti. Forse non era una stalla ma una cantina. Il vino è buono da queste parti.
La mia ombra nel caruggio, sui ciottoli, mi mostra la via di casa.
Oggi ho prolungato la mia passeggiata fino al cimitero. Ho voglia di piangere e mi sembra il luogo ideale per farlo.
A quest’ora di pomeriggio di luglio sono sola.
Non lo so neanche io perché ma sento che ho bisogno di lacrime.
Piccole, tiepide, tranquille. Non lacrime di dolore né di felicità.
Forse lacrime di tenerezza per le persone che non ci sono più, il loro ricordo mi commuove. I miei nonni, le mie zie, i miei animali anche.
Lacrime di tenerezza per me. Si mi regalo qualche lacrima dolce perché me le merito. Perché nonostante tutto ci sono ancora, contenta di quello che sto facendo e del posto in cui mi trovo e mi meraviglio ogni giorno di essere viva. Anche questo mi commuove.
Al mio cuore fa bene stare qui.
La via di casa è conosciuta.
Vado a letto nella mia grotta, prendo le medicine antirigetto e mi addormento.