Il progetto
di Cecilia Campani
Ho aggiunto gli ultimi dettagli poco fa, finalmente ho finito il progetto. O almeno, ho finito di disegnarlo. Mi è arrivato l’ordine di costruire una cosa del genere una settimana fa, non ci ho messo neanche tanto. E’ stato difficile capire inizialmente come strutturare la cosa, ma credo di aver trovato il giusto compromesso. Sono delle docce, un po’ particolari. Il profilo della doccia classica è in ceramica, colorato alle volte. Queste le ho dovute fare in metallo: al passaggio del gas non avrebbe retto se no il materiale. Il tubo l’ho di collegamento l’ho fatto sottile mentre il soffione l’ho fatto un po’ più grosso, se no risultava inutile. Il tubo di collegamento dovrebbe proseguire al di sotto del pavimento, non era necessario una piazzola con il buco di scarico quindi l’ho omessa. Prosegue nel pavimento fino alla cabina energetica che lo alimenta. Accanto a essa vi sono i serbatoi: ne ho aggiunti alcuni, magari non bastano. Il resto non era di mio compito ma ho sentito i miei colleghi e dovrebbero aver quasi finito gli ultimi pezzi. Il nome tecnico delle cabine è motori, quello dei serbatoi generatori e le docce le ho nominate scaricatori. Il gas non l’ho scelto, non sta a me tale scelta. E’ stato molto divertente lavorare a questo progetto: uno potrebbe pensare sia una bazzecola per un ingegnere ma non è pr niente così. I primi giorni a ogni aggiunta spuntavano problemi di diverso tipo, sui materiali, la grandezza, l’utilità dei pezzi, la loro posizione. Un lavoro faticoso, molto, ma soddisfacente, molto, ora che l’ho finito. Il capo sarà proprio contento della mia efficienza e velocità. Forse riuscirà anche a togliermi questo dubbio: perché le docce a gas gli servono? Cioè, quelle a acqua lavano, ma queste?