Made in Korea

Officina Letteraria comincia una nuova collaborazione con Studio 23 di Piera Cavalieri. Il progetto si intitola NARRAZIONI tra fotografia e scrittura, infatti le mostre che da fine febbraio saranno allestite nello spazio di Officina offriranno uno sguardo sulla ricerca di quei fotografi che attraverso le loro fotografie compongono il racconto di spazi, situazioni, persone. Le mostre a Officina non sono una novità, sono proposte per aprire Officina anche a un pubblico non necessariamente legato alla scrittura e agli apprendisti scrittori come ulteriore spunto per la loro immaginazione.   Piera Cavalieri scrive: Il pluripremiato Made in Korea è l’acuto sguardo di Filippo Venturi sulla Corea del Sud oggi. Con un procedere da antropologo, l’autore ha indagato gli effetti distruttivi e inquietanti dello sviluppo economico e tecnologico nella società sudcoreana attuale, in un lungo viaggio da Seoul a Busan. Dopo anni di grande sofferenza, in un tempo recente, la forte ripresa economica ha ribaltato il modo di vivere dei coreani. Il nuovo benessere, come analizzato da Venturi, ha portato con sé una forte competizione, le cui vittime sono gli stessi coreani. La Corea diventata uno dei paesi più avanzati, con multinazionali come Samsung, Hyundai, LG, sottopone i suoi abitanti a ritmi di vita folli. Non è concessa la lentezza.  La ricerca dell’eccellenza scolastica con ritmi di studio serrati, l’adesione ad ogni costo a convenzionali modelli occidentali di bellezza, anche con la chirurgia estetica, la competizione professionale hanno, come risvolto della medaglia, la dipendenza da internet, dalle tecnologie, dall’alcol e un elevato tasso di suicidi, soprattutto tra i più giovani. Venturi con il suo occhio attento e sensibile, ci restituisce, attraverso le sue immagini vivide, il resoconto realistico di un paese in balia della sua rincorsa alla modernità. Ma Venturi non è nuovo a questo tipo di ricerca sulle società contemporanee. “L’ira funesta” è un’altra, eccellente indagine, questa volta in Italia, su un luogo costruito appositamente, la camera della rabbia, per sfogare gli istinti più bellicosi e gli impulsi violenti a colpi di mazza. Il corpo, che sembra essere il veicolo di liberazione, diventa una possibilità narrativa non verbale.

Cosa succede sabato 19 settembre in piazza della Meridiana

Sabato 19 settembre è uno dei Rolli Days e, di sicuro, in piazza della Meridiana succede che passano centinaia di turisti, e anche di genovesi, con le cartine della città con gli itinerari dei Rolli e la voglia di scoprire i segreti e i tesori della città che si dice Superba. Il montaggio di una storia: Laboratorio gratuito di scrittura creativa in piazza. Sabato 19 settembre in piazza della Meridiana succede che Officina Letteraria invita le persone a inventare storie, a scriverle, a progettare un’illustrazione per la copertina insieme a un disegnatore, infine a leggere la storia in pubblico. È un gioco, una festa, un modo di vivere una passione in compagnia di altri che hanno la stessa passione, del resto questa è la filosofia di Officina Letteraria. Chi deve diventare scrittore lo diventa, ma chi vuol essere scrittore può esserlo in molti modi. Come una catena di montaggio. Succede che ai tavoli ci sono persone di tutti i generi e di tutte le scritture e che tutti si divertono, che, come in una catena di montaggio, passano da un tavolo all’altro e alla fine vanno a casa con una piccola storia in un piccolo libro. Un’edicola per scambiarsi libri. Succede che Officina Letteraria riapre l’edicola al centro della piazza e al posto dei giornali ci mette i libri, libri consigliati dagli scrittori e dagli allievi di Officina Letteraria, libri che si possono prendere a condizione di lasciarne uno in cambio per qualcun altro che se lo prenderà lasciandone uno e così via. Questa pratica è conosciuta ormai come bookcrossing ma, in questo caso, una differenza c’è: il libro non si abbandona, ma si consegna a qualcuno che invita a sceglierne un altro e magari si fanno due chiacchiere sui libri, intorno all’edicola può crearsi un capannello di gente che parla di libri. Anche l’edicola, che è chiusa da un po’ di tempo, si sentirà rinascere e sarà Superba come la città. In piazza della Meridiana, sabato 19: Ester Armanino, Collettivo Linea S, Gregorio Giannotta, Emilia Marasco, Matilde Martinelli, Antonio Paolacci, Stefano Rusca, Stefano Tirasso.

E adesso diamo i numeri…

Diamo i numeri. L’attività 2014/15 di Officina Letteraria si è conclusa da poco con la settimana estiva ad Apricale; è giunto il momento dei bilanci, della riflessione su tre anni di lavoro, dei nuovi programmi e dei progetti per il futuro. Per prima cosa concediamoci di dare un po’ i numeri. I Laboratori previsti dal programma 2014/15 si sono svolti quasi tutti: 18 su 22. A compensazione dei Laboratori non realizzati sono stati proposti, nel corso dell’anno, grazie anche alle richieste e agli interessi specifici dei soci di Officina Letteraria, un seminario sulla punteggiatura e uno sull’editing. In totale circa 300 ore di laboratorio. Da 30 a 135. Abbiamo cominciato nel 2012 con 30 iscritti, quest’anno hanno partecipato ai laboratori 135 persone, chi ha frequentato un seminario di un giorno, chi un laboratorio di sei mesi, in 27 hanno frequentato da due a cinque laboratori. 96 sono donne e 39 sono uomini, l’età varia dai 12 ai 65 anni. Il gruppo di Officina Ragazzi era composto da 13 ragazzi tra i 12 e i 14 anni. Sono insegnanti, medici, ingegneri, avvocati, psicologi, impiegati, casalinghe, studenti, assistenti sociali, attori, educatori, tecnici di vari ambiti, pensionati. Grandi soddisfazioni. Due romanzi saranno pubblicati nel 2016, uno da Mondadori e uno da Frassinelli. Altri due sono in giro per agenzie letterarie ed editori. I collettivi, i concorsi, le collaborazioni, le persone. Officina ha generato, in questi tre anni, incontri che hanno portato alla costituzione di due collettivi: il collettivo Linea S e il collettivo Caratteri mobili. Linea S, con Elisa Traverso, ha dato vita alla gara letteraria Non sparate allo scrittore che, quest’anno, al Count Basie Jazz Club, una domenica al mese per nove mesi, ha riscosso un grande successo di adesioni e di pubblico. Caratteri mobili, coordinato da Ester Armanino, ha partecipato al Bando per la Biennale Giovani Artisti del Mediterraneo, sezione Narrazione, con un progetto che è stato selezionato e a ottobre sarà esposto a Milano Expo 2015 e in ottobre nella Sala Dogana di Palazzo Ducale. Gli autori, gli artisti visivi e i professionisti dell’editoria che hanno contribuito alla qualità del lavoro di Officina Letteraria sono stati in tre anni più di 30. In tre anni Officina Letteraria ha portato Laboratori alla libreria Feltrinelli, al Suq Festival, a Palazzo Ducale. Un e-book, un’antologia di racconti d’amore, è stato pubblicato dalla casa editrice digitale Emmabooks. Sono stati banditi due concorsi letterari, uno con le edizioni Pucinoelefante e uno con l’atelier Lo spaventapasseri. È cominciata quest’anno anche una bella collaborazione con il gruppo Augenblick. Nello spazio di Officina sono state allestite 10 mostre e si sono svolte 7 presentazioni di libri. Cosa raccontano i numeri. I numeri, oltre a fornire informazioni, producono narrazioni. I numeri di Officina raccontano che le donne scrivono più degli uomini (e leggono più narrativa), ma questa è solo una conferma; raccontano che per scrivere un romanzo e poter sperare di pubblicarlo ci vuole talento, ma non solo, ci vogliono tempo e lentezza, dedizione e disciplina, ci vuole la disponibilità a sacrificare molto per il progetto. I numeri raccontano che la scrittura non è solo una pratica solitaria e spesso frustrante, ma è una possibilità di scambio, di condivisione, di crescita e divertimento, raccontano che incontrarsi e lavorare insieme fa ancora la differenza, raccontano che a Genova ci sono tante persone che hanno storie da tirare fuori dai cassetti e dal cuore, raccontano che a Genova ci sono persone che hanno sogni. 1 e-book 1 romanzo collettivo 1 gruppo di scrittura su Skype. 2 bandi di concorso 2 collettivi 2 autori esordienti 2 settimane ad Apricale 2 viaggi in Polonia 3 anni di attività 4 il numero civico della sede 7 presentazioni di libri 10 mostre realizzate 13 ragazzi 14 Cartoline Cartastorie 18 Laboratori 30 autori 96 donne 39 uomini 135 iscritti 300 ore di Laboratorio in un anno

FERRIERA: la storia di un uomo e di una generazione

Il premio Andersen 2015 per il miglior libro a fumetti è stato assegnato FERRIERA (Coconino Press, 2014) di Pia Valentinis, premiata già nel 2002 come miglior illustratore dell’anno con il libro “ Raccontare gli alberi” e nel 2012 per il miglior libro di divulgazione. FERRIERA è la sua prima graphic novel ed è la storia di un uomo, Valentinis Mario, nato a Udine nel 1928, di nazionalità italiana, operaio, attrezzista al laminatoio.

L’Amore che ti meriti, Daria Bignardi: recensione

Recensione di Emilia Marasco. Quarto romanzo di Daria Bignardi, L’Amore che ti meriti contiene i temi importanti via via emersi nei romanzi precedenti: la famiglia e, all’interno della famiglia, l’eredità di madre in figlia, il dialogo tra le generazioni, la fatica che gli individui sostengono per stabilire una connessione con la propria reale profondità nel tentativo di essere liberi. Narrazione a due voci. La storia di Alma e Maio, fratelli ferraresi, adolescenti nei difficili anni Settanta, raccontata dopo trent’anni da Alma stessa e da Antonia in una narrazione a due voci alternate, ricostruisce la storia di una famiglia legata in modo forte alla storia di una città che è quasi una “musa inquietante” e che finisce per stregare Antonia alla ricerca del passato di sua madre, e quindi anche del proprio, soprattutto alla ricerca di sé in un momento delicato della vita, la maternità. L’incipit è solare, Alma e Maio sono i figli felici di una famiglia unita, è estate, la scuola è appena finita. Sono giovani e non lo sanno di essere felici. Poi incontrano l’eroina e, quasi per gioco su proposta di Alma, la provano. Alma ne uscirà indenne, Maio rimarrà agganciato. La felicità finisce e un giorno Maio scompare. Un segreto cruciale. La scomparsa di Maio inghiotte tutta la storia della famiglia. Alma non parlerà più di suo fratello finché, dopo trent’anni, davanti alla propria figlia in attesa di diventare madre, sentirà di doversi liberare di quel segreto. Antonia, scrittrice di gialli, deciderà di indagare per restituire il passato a sua madre, a se stessa e alle future generazioni. Cardine della storia una domanda cruciale: può l’amore essere insieme forza creatrice e distruttrice? L’amore come motore della storia. I protagonisti, sono mossi dall’amore, l’amore li guida verso scelte non sempre generatrici di felicità. Loro stessi si muovono verso l’amore, che è l’aria di cui hanno bisogno per respirare e vivere. Inevitabile un’altra domanda: l’amore si merita?

Un'opera di Guido Zanoletti

Di cosa siamo fatti

Di cosa siamo fatti. Emilia Marasco sulla mostra di Guido Zanoletti. Siamo fatti di molte cose. Siamo fatti degli spazi che abbiamo attraversato, dei libri che abbiamo letto, dei film che abbiamo visto, siamo fatti delle persone che abbiamo incontrato, compagni di viaggio o figure intraviste, corpi solo sfiorati, siamo fatti dei fantasmi che popolano i nostri sogni e dei personaggi che animano i palcoscenici delle storie che non abbiamo agito ma che, lo stesso, ci appartengono. George Perec scrisse il suo “Je me souviens” nel tentativo di comporre un elenco di ricordi comuni “Se non a tutti perlomeno a molti”. Anche Guido Zanoletti attinge a un serbatoio di ricordi fissati nella memoria e a un bagaglio di appunti visivi fissati con la macchina fotografica. A distanza di tempo assegna una nuova vita a spazi e personaggi – perfino a se stesso – una nuova possibilità e offre a chi si avvicina ai suoi teatri piani diversi di lettura e di interpretazione. “Ogni immagine è una sequenza di un interminabile storyboard, un film lungo come il filo della vita” Ogni immagine è una sequenza di un interminabile storyboard, un film lungo come il filo della vita, i personaggi entrano ed escono di scena, attraversano spazi diversi portando con sé l’enigma e l’ineludibile solitudine dell’esistenza, per questo li riconosciamo e ci riconosciamo in loro, anche se hanno il cappello, il bavero alzato, anche se sono di spalle o sembrano lontani. Guido Zanoletti è fatto di prospettive e geometrie, è fatto dell’arte di Hopper, di Tooker, di Hockney, è fatto di Oriente e Occidente, è fatto degli spazi industriali nelle periferie delle grandi metropoli e del teatro di Ionesco, di noir francese e di western americano, di treni nella notte e di Biennali di Venezia, di situazionismo e di narrative art, è fatto degli spazi dell’Accademia di Belle Arti dove ha dedicato una parte della sua vita a insegnare a tanti giovani la responsabilità e la libertà di essere artisti. — Vai all’inaugurazione della mostra dedicata all’opera di Guido Zanoletti.

“Limite”: un post di Emilia Marasco sul 25 novembre

“Limite” di Emilia Marasco. Una parola per una giornata: LIMITE. Limite, confine, barriera. Limite insuperabile, invalicabile, punto oltre il quale non… Il limite alla violenza fisica e psicologica. È ancora necessario interiorizzarlo, ridefinirlo, ricordarlo, spiegarlo, imporlo, perciò la giornata internazionale di lotta alla violenza alle donne, è una giornata simbolo e un promemoria collettivo per questo impegno. Le parole spesso assumono accezioni diverse, si impastano con aggettivi, si modificano secondo il contesto e il punto di vista, il positivo diventa negativo. Il limite è anche la discriminazione, il silenzio, il limite è la paura Il LIMITE è anche la discriminazione, il silenzio, il limite è la paura, il limite è la parete tra noi e il dramma della nostra vicina di casa, il velo di cataratta che ci impedisce di riconoscere segni inequivocabili su un viso o su un corpo, il limite è la sordità che ci impedisce di distinguere un grido d’aiuto. Il limite è la domanda che non facciamo, è il gesto che tratteniamo. La giornata di lotta alla violenza alle donne è anche un momento per ricordare che c’è un limite invalicabile per il quale dobbiamo esigere rispetto, e c’è un limite ambiguo e insidioso che tutti dobbiamo essere in grado di superare con coraggio.

Il vestito come racconto: Officina Letteraria e Lo Spaventapasseri

Il vestito come racconto. di Emilia Marasco. Ho conosciuto Lo Spaventapasseri molti anni fa, mi sono subito appassionata alle  linee, ai tessuti, all’immagine di donna che sostiene la creatività di un’impresa totalmente al femminile. A poco a poco è diventato un atelier di riferimento e un luogo di conversazioni intelligenti intorno a un tema solo in apparenza frivolo, l’abito. Il vestito copre, nasconde e svela. Il vestito è sempre un racconto, a ogni latitudine, in ogni cultura, un racconto che passa di donna in donna, di madre in figlia. Lo Spaventapasseri ora ha un negozio anche a Berlino e fornisce i suoi pezzi quasi unici a diversi negozi di abbigliamento in tutta Italia. La pagina Facebook è sempre ricca di spunti e iniziative. Come questa: Il mio vestito, una seconda pelle. Mercoledì 30 ottobre, insieme a Lo Spaventapasseri, abbiamo organizzato la Merenda Letteraria “Il mio vestito, una seconda pelle”, con letture sull’abbigliamento femminile. L’evento è aperto al pubblico, compatibilmente con lo spazio del negozio, è rivolto in particolare alle socie di Officina Letteraria, perché da quest’anno la nostra tessera dà accesso a un piccolo sconto sui capi della collezione de Lo Spaventapasseri. Con l’occasione, sarà possibile anche fare la tessera simpatizzante di Officina Letteraria (10 euro). Evento vietato agli uomini? No, naturalmente. I soci di Officina Letteraria potranno usufruire dello sconto, Natale arriverà presto.  Soprattutto, gli uomini che amano la narrativa potranno ascoltare le letture e scoprire quante storie si nascondono tra i vestiti di un negozio come Lo Spaventapasseri.

“Senza Amore” inaugura la collana Academy

Un San Valentino “Senza Amore” è diventato un eBook. di Emilia Marasco. Rinunciare alle parole dell’amore per scrivere un racconto d’amore, questa era la consegna per il gruppo di scrittura che mi sono inaspettatamente ritrovata a condurre il giorno di San Valentino per sostituire una collega. La proposta è stata accolta con qualche perplessità, qualcuno ha riso, alla fine hanno cominciato a scrivere con l’aria di chi partecipa a un gioco di società. I giochi migliori sono serissimi e la scrittura, anche quando diverte, è una cosa seria così ora abbiamo il primo eBook di Officina Letteraria. Non solo, Officina Letteraria inaugura la collana Academy di Emma Books, l’editrice digitale diretta da Maria Paola Romeo, agente letterario della Grandi & Associati. Per ora cerchiamo di fare a meno del self publishing, abbiamo preferito rivolgerci a un editore, sottoporci a una valutazione e a un editing, un’esperienza che è parte integrante dell’apprendistato della scrittura. Gli autori dei quindici racconti che compongono l’antologia sono: Giulia Cocchella, Rossana Cirillo, Andrea Fabiani, Anna Maria Frigerio, Eugenio Gardella, Paolo Gerbella, Federica Kessisoglu, Dario Manera, Elena Marengo, Daniela Mascotto, Clara Negro, Elena Scappini, Ilaria Scarioni, Elisa Traverso, Marta Traverso. L’eBook “Senza Amore” è disponibile su Bookrepublic, Amazon, Kobo e su tutti i principali store.

L'altra metà del libro

L’altra metà del libro: rassegna dedicata al lettore

Scrittori e lettori, libri e memoria. Venerdì 18 apre a Palazzo Ducale di Genova la seconda edizione della rassegna L’altra metà del libro, quest’anno dedicata alla Memoria. Gli scrittori ospiti hanno in comune, con voci diverse e diverse declinazioni, la scelta di raccontare storie personali, famigliari, collettive attraverso le quali si sono confrontati con il passato, con parti di una storia più grande alla quale sentono di appartenere. Non è casuale che un festival con questo tema cominci la stessa settimana in cui a Palazzo Ducale apre il CreamCafè, luogo destinato alla creatività e all’incontro con persone che stanno perdendo o hanno perso la memoria. L’iniziativa è una sfida, si può, sul filo della memoria residua, mantenere in vita storie individuali, famigliari, collettive. I libri servono anche a questo, lo racconterà Alberto Manguel, il curatore del festival, venerdì 18 alle ore 18:00 e lo spiegheranno, con la loro voce e la loro esperienza, Emanuel Carrère, Elizabeth Strout, Melania Mazzucco, Eduardo Galeano, Lilian Thuran. Per chi vuole scrivere. Sarà interessante ascoltare Luca Formenton, editore de Il Saggiatore: sabato 19 alle 11:00 spiegherà come un testo di un autore diventa un libro per i lettori e parlerà della situazione attuale dell’editoria in Italia.