Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Pesci di Elena Mearini Si sa, voi siete due in uno, vivete del pesce che nuota verso l’alto della superficie e di quello che si spinge al basso del fondale. Desiderate il salto fuori dall’acqua e il tocco della luce, ma non potete rinunciare al nascondiglio buio dell’abisso. Nella scrittura, il gioco tra chiaro e scuro evidenzia i conflitti, rende la trama accattivante, avvicina i personaggi alla verità del giorno e della notte. Può essere un punto di forza, il vostro nuoto doppio e contrario. Però a un certo punto dovete scegliere da quale parte andare, bisogna affidarsi a una sola corrente per evitare l’immobilità dello stare a galla fine a se stesso. Il pesce non è pesce solo perché non affonda, suo dovere è avanzare nell’acqua, scegliere un percorso di vita, un movimento fatto di inizio, svolgimento e fine. Altrimenti si condanna a non avere storia. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Acquario di Anselmo Roveda Ti attende un’annata importante, Acquario, come tutte quelle che ci toccano in questa dimensione effimera. È tempo di decisioni, dovrai avere coraggio e determinazione, fare tesoro del passato e proiettarti nel futuro, ma le tue proverbiali doti di onestà, sensibilità e fedeltà potrebbero non bastare: la fortuna in questo 2018 non ti è compagna. Qualche volta ti sentirai come il dottor Morgan de L’ultimo uomo della Terra (1964) o Mme Rosa de Il piacere (1952); lascia scorrere il bianco e nero, nel contrasto di luce troverai il dettaglio di svolta, quindi torna alle fonti letterarie: Richard Matheson e Guy de Maupassant. Poi cerca la determinazione, ma scansa gli eccessi, del tuo compagno di segno Charles Dickens: attraversa oceani per far valere i tuoi e altrui diritti, non lasciarti logorare. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Capricorno di Bruno Morchio Scrittori in erba, siete in buona compagnia: Cicerone, Moliere, Racine, Alfieri, Poe, Kipling, London, Pascoli, Tolkien, Simone de Beauvoir, Salinger e Wilbur Smith sono nati sotto il segno del Capricorno. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Segno di terra, ben rappresentato dalla testa caprina, mantiene tuttavia, grazie alla coda di pesce, uno stretto rapporto con l’acqua. Per l’esperienza che ho dei nati sotto il Capricorno, consiglio di seguire nella scrittura l’ispirazione che sale dal basso, dalla propaggine equorea. Evitate di intestardirvi sui propositi programmati e lasciate che le parole fluiscano sulla pagina come le onde del mare sulla battigia. Una buona pagina è come un orgasmo: più vi spremerete con l’intelletto e più arduo sarà realizzarla. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Sagittario di Alessandro Gazoia Il Sagittario ama gli unicorni veri e pure quelli di pelouche, il rumore delle scarpe da basket sul parquet, i film vecchi con Jean Gabin e le file molto ordinate al supermercato. Ma più di tutto ama l’aggettivazione a effetto e in accumulo. Nelle sue storie l’asfalto d’estate è sempre rovente; e quando il motociclista che arriva a velocità folle ci cade sopra, diventa rovente e cinico o persino: rovente e freddamente cinico (il Sagittario preso dalla foga spesso bara, contrabbandando aggettivi dentro avverbi in -mente). Il consiglio per il 2018 è dunque molto semplice. Caro Sagittario: nel dubbio, togli; se sei sicuro, togli; se sei davvero sicuro, ripensaci, e solo dopo averci ripensato: rovente sia infine l’asfalto. Ma rovente e freddamente cinico: mai. Aggettiva piano, pensa a noi. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Scorpione di Pier Franco Brandimarte Lo scrittore e drammaturgo tedesco George Büchner – un quasi scorpione morto a 24 anni – inventò il personaggio di un re che a un certo punto smette di fare il re perché ci deve pensare. Il governo gli richiede una serie di azioni e su ognuna lui ci pensa e ci pensa finché arriva a chiedersi il senso stesso del regnare senza trovare una risposta convincente. Nel dubbio, s’impantana, e il regno va in malora. Povero re, nessuno lo salva, nessuno gli lancia una cima. Ma tu, scrittore scorpione, che aspiri al regno e cammini sulle tue sabbiemobili sta’ attento. Considera che le pagine bianche, anche se dense di propositi, non valgono la peggiore frase, viva e corregibile. Accetta il rischio, l’imperfezione e la vita. Per l’anno che viene scambia un dubbio perfetto con una decina di pagine brutte, tanto per cominciare, che poi si vedrà. Tocca terra scorpione, esci dal pantano o comunque datti una mossa. Poi starai meglio, promesso. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Bilancia di Sara Boero Sfruttate al meglio la vostra naturale tendenza all’armonia per trovare i perfetti equilibri narrativi nelle storie. La scrittura è un’ottima valvola di sfogo per quel bisogno di simmetria vagamente ossessivo che vi costringe a sistemare il centrotavola con il righello. Attenzione, però, a non ibernare chi vi legge: dietro a quella glaciale impalcatura geometrica si nasconde una domanda narrativa passionale e anticonformista che troppo spesso cercate di ricomporre con periodi ordinati e rassicuranti. Datele lo spazio che merita e non lasciatevi spaventare dall’imperfezione. Nel 2018 la vera sfida per i Bilancini scrittori sarà lasciare entrare tra le pagine anche un po’ di disordine, per riscoprire il fascino ambiguo e spigoloso della dissonanza. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Vergine di Edoardo Cavazzuti Se siete scrittori (o aspiranti tali) e avete la fortuna di essere nati sotto il segno della vergine, il nuovo anno sarà come un lunghissimo settembre. Abbandonatevi quindi all’acquisto compulsivo di cancelleria – soprattutto matite HB – anche se scrivete esclusivamente al PC. Cesellate la vostra wishlist di libri (quasi tutti non-fiction di documentazione), ordinate i tomi con consegna entro ventiquattro ore, ma, una volta arrivati a casa, lasciateli marcire sul comodino. Scongelatevi! Smettete di sollazzarvi con gli elenchi numerati e/o puntati: 1) perché non semplificano veramente le cose; B) perché non li legge nessuno. Già che ci siete, dite basta anche all’uso del punto e virgola: non è da voi. In questi primi giorni del 2018 vi renderete finalmente conto che – dopotutto – non è così essenziale definire in quale anno sia stata rimandata di greco la cognata di uno dei personaggi secondari del romanzo che state scrivendo. Ah, sì, a proposito: iniziate a scriverlo, questo benedetto romanzo. Fatelo proprio oggi, proprio ora, con una parola a caso. Solo una parola. Non è neanche necessario che sia perfetta. Lasciatevi corrompere dalla vertigine del caos. Provate con “Impostore”. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Leone di Riccardo Gazzaniga Scrittori nati sotto il segno del Leone, siete fortunati. Il peculiare egocentrismo del vostro segno è un’arma fondamentale per chi sogna una pubblicazione: altrimenti come osereste riempire centinaia di pagine e pensare che qualcuno sia disposto a leggerle? E pagando per farlo! Ma l’egocentrismo può diventare una debolezza, se vi specchiate troppo in voi stessi e dimenticate di inseguire la vostra preda: la storia. Mentre scuotete fieri la vostra regale criniera di parole, la storia balza via come un’antilope, svanendo dentro foreste inaccessibili. Per questo 2018, quindi, non compiacetevi della vostra bellezza ma inseguite la storia, osservatela, studiatela per attaccarla proprio lì, dove è debole. Poi azzannatela e non mollate più. Il suo ultimo respiro vi dirà che è pronta per i lettori. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Cancro di Ester Armanino Quando scriviamo, noi cancerini sembriamo sempre avere un terribile seppur creativo mal di pancia: anche l’evento più insignificante può avere enormi conseguenze a causa della nostra ipersensibilità. La tendenza a sentire il mondo più che guardarlo rischia però di portare i nostri lettori, già dotati di sentimenti propri, a un’inevitabile indigestione. Il consiglio per il 2018 è quindi quello di allenare lo sguardo, esercitare l’osservazione come faceva Georges Perec quando stilava lunghissimi inventari nel tentativo di esaurire i luoghi e la realtà. Guardare il mondo nelle sue molteplici sfaccettature, provare a raccontarlo come è invece che come siamo, lascerà al lettore un sano appetito di sentimenti e consentirà a noi scrittori del Cancro di distrarci dal mal di pancia almeno per qualche pagina. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Gemelli del Dottor Henry Jekyll James Matthew Barrie dice che i Gemelli “non possono essere descritti, perché non si saprebbe mai quale dei due si descrive.” È quello che succede spesso nei vostri scritti, Gemelli (dici a me?), non riuscite mai a capire se quell’io narrante sia davvero voi o quell’altra parte più oscura. Per il 2018 vi do un consiglio: abbandonate l’idea che ci sia un modo di scrivere giusto (o sbagliato), un lessico bello (o ripugnante), una sintassi corretta (o una sporca), che la congiunzione possa essere solo disgiuntiva. Tornate alla fonte, alla nuvola da cui proviene l’aria che vi riempie i polmoni che sono due ma uniti dallo stesso corpo. C’è solo una scrittura: quella vera (quella vera!) che parte dagli stessi ricordi (dalle viscere) che avete in comune con le due metà di voi. La verità non mente (le viscere non mentono mai). Consigli di lettura? “Peter Pan e Wendy” è d’obbligo e la “Trilogia della città di K.” non vi deve sfuggire. Piaceranno a entrambi. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Toro di Emilia Marasco Dopo il lungo periodo in cui Saturno vi ha appesantito il passo, vi ha obbligato a far ricorso a tutte le vostre risorse più stabili – la concretezza, la prudenza – avete finalmente rialzato la testa. Non accontentatevi, potete spingere lo sguardo più in là, oltre il confine del territorio che siete abituati a dominare. Nel 2018 Saturno sarà vostro alleato, è arrivato il momento di osare. Scrittori del Toro se avete una sinossi, uno storyboard, un file con l’identikit dei personaggi, un incipit perfetto e un finale al quale tendere… buttate via tutto, cestinate, scrollatevi di dosso il solito metodo di attacco e lasciatevi guidare dalla passione e dalla fantasia. Concedetevi di scrivere senza un progetto definito, seguite l’istinto, guardate laggiù, oltre il confine, e scrivete col coraggio di cui siete capaci. La concretezza riservatela al lavoro di revisione, sarà bello fermarsi dopo aver attraversato territori inesplorati. Rileggete Il mago di Oz di L. Frank Baum, scrittore del Toro. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Nove scrittori e scrittrici, due editor e un pubblicitario maestri di Officina Letteraria hanno ideato l’Oroscopo Letterario del 2018, fornendo consigli di scrittura e lettura per tutti i tipi zodiacali. Lo pubblicheremo segno dopo segno. Consiglio per tutti: Non fate come Blaise Pascal che nel 1656 scrisse «mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve»: sforzatevi di trovare il tempo per essere brevi. Ariete di Angela Rastelli «Che cosa penso dell’amore? In fondo, non penso niente. Certo, vorrei sapere “che cos’è”, ma, vivendolo dal di dentro, lo vedo in quanto esistenza, non in quanto essenza» diceva Roland Barthes. Allo stesso modo vivrai la scrittura, Ariete. Quest’anno ti ci butterai dentro, anche prima di aver capito bene “che cos’è”, e l’attraverserai, testardo e impavido come il tuo animale zodiacale, senza il timore della pagina bianca, privo del tremore che prende gli altri segni di fronte al cominciare, così come si comincia un nuovo amore. Ma attento, Ariete, ricorda quello che diceva ancora Barthes: «Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia». Il mio consiglio per il 2018 è questo: fatti sotto Ariete, ma dopo rileggiti e riscrivi, solo tornando sui tuoi passi e riconsiderando il cammino fatto potrai evitare le trappole in cui l’eccessiva irruenza fa cadere – in amore come nella scrittura. Leggi gli altri segni dell’oroscopo!
Tra le persiane di Cristina Biglia Jean apre gli occhi nel buio della stanza, un rumore leggero ha attirato la sua attenzione. Il cuore ha un’accelerazione involontaria, i sensi all’erta. Le lunghe notti trascorse abbracciato al fucile con la guancia a riposare sulle pareti fangose della trincea di Somme l’hanno addestrato a percepire anche il più piccolo spostamento all’interno del suo spazio. Una striscia di luce come una lama affilata trapassa le imposte chiuse e gli colpisce la retina, provocandogli un moto di nausea alla bocca dello stomaco. Rivede ancora le esplosioni dietro le palpebre, le schegge incandescenti degli shrapnel come fuochi d’artificio alla festa del paese. Riapre gli occhi, in sottofondo sente l’acciottolio rassicurante della madre che rassetta in cucina, ma c’è qualcos’altro, un rumore nuovo, impercettibile, qualcuno che si muove nella sua stanza. Nessuno deve entrare. Gli amici non sono ammessi, neppure Maria, che passa spesso sotto le sue imposte chiuse, anche se la madre glielo avrà già detto cento volte “Maria trovati un altro giovane, non si può mettere su famiglia con uno così”. Jean non ha rimpianti, ha già deciso tutto, a Maria non ci pensa più. Gli dispiace per lei, se lo vedesse, la smetterebbe di passare lì sotto e di chiamarlo. La sua vita futura gli è molto chiara, non ci saranno sorprese come per gli altri suoi amici, prova quasi pena per loro. Lui sa già che vivrà e morirà in quella stanza. Al buio. Ha scoperto che ci sono dei sotterranei nell’anima, dei sensi vivi in quel che resta del suo corpo. E lì che inizia il suo viaggio, l’esplorazione, è lì che vivrà. La vita come la conosceva prima può rimanere fuori, per lui non esiste più. Ancora quel rumore, simile a un fruscio di vesti, a un frullo, è lì vicino a lui. Si mette seduto puntandosi sui gomiti, si abitua alla penombra della stanza. Il rumore viene dalla finestra. La luce che filtra fra le gelosie verde scuro della persiana si diffonde intorno e lo abbaglia, come un dio prepotente che voglia entrare di forza nella sua stanza. Qualcosa si muove al margine inferiore della persiana chiusa, nella striscia di luce che la separa dal davanzale. Spostandosi nel letto con le braccia, Jean si avvicina: ora le vede, sono le zampette delle rondini, che passeggiano avanti e indietro come sentinelle sul marmo della finestra. In qualche modo, in quel mondo impazzito di guerra là fuori, deve essere tornata la bella stagione. Jean batte le mani, lancia un urlo, vuole cacciarle. Ma le rondini lo ignorano, continuano a disegnare arabeschi di ombra e di luce col loro passeggiare impertinente. Ogni tanto una di loro si stacca dal davanzale, Jean la immagina volare nella vallata, la sente garrire. Dopo il volo tornano sempre alla sua finestra, attratte da qualcosa di misterioso. Non se ne vogliono andare. Gli occhi di Jean si riempiono di lacrime, è come se la vita stessa premesse contro la finestra, e lui con la sola forza delle sue braccia non può più spingerla indietro. Per la prima volta dal suo risveglio in ospedale, scoppia in un pianto disperato, rotto, senza freni. Vede con impietosa chiarezza lo scempio del suo corpo, il lenzuolo vuoto dove un tempo c’erano le sue gambe, il viso da fantasma riflesso nello specchio dell’armadio. Un bussare discreto, sua madre entra con la colazione. Rimane ferma sulla soglia, guardando il viso del figlio bagnato di lacrime. “Vai a chiamare Maria” le dice Jean in un soffio.
Ma cosa sono ‘sti nidi di ragno? di Marco Cassini Giovedì 27 luglio 2017 ore 11. Siamo nella saletta della Biblioteca di Apricale per l’inizio del Laboratorio Estivo di Officina Letteraria “Cercatori di Storie”. Vengono fatte le presentazioni: Alessandra, Angela, Cristina, Clara, Lena ed io (finalmente libero dagli impegni lavorativi che mi avevano impedito di partecipare alle prime quattro precedenti edizioni), la nostra vita in poche parole per conoscerci meglio e legare. Il depliant recita “Da uno spazio, una persona, un oggetto, a un incipit. Cinque scatti per una storia. Una macchina fotografica, è sufficiente quella del cellulare, e un giro per il paese. Ecco i Cercatori di storie. Impressioni visive, intuizioni, emozioni. Quando si entra in uno spazio occorre decifrarlo, Si ‘scatta’ e poi si selezionano le immagini per una storia. All’interno del suggestivo Castello di Apricale, Ester Armanino, scrittrice/architetto, ed Emilia Marasco, scrittrice/docente di Storia dell’arte,, vi racconteranno spazi e figure, vi offriranno informazioni, suggestioni e metodi per scrivere un incipit fulminante per una storia intorno a cinque scatti fotografici, Le storie saranno pubblicate sul sito di Officina Letteraria www.officinaletteraria.com”. Emilia sottolinea che si tratta di un laboratorio, un concept, la meta è possibile ma non sicura. Dovremo cercare, guardare, vedere, osservare, imprimere, saper afferrare un’idea nello spazio fisico e mentale di un borgo, medievale ma vivo. Individuare e cogliere “i segni più deboli del luogo”: un indumento, un’ombra, un tatuaggio, un chiodo arrugginito in un muro, possono diventare protagonisti (la parola muro mi fa balenare l’idea/ricordo dei nidi di ragno). Si prosegue citando Picasso “io non cerco trovo!” Ester ricorda l’approccio che hanno i bambini, curiosità, emozioni, impressioni che andranno finalizzate ad individuare una didascalia, un titolo. Ci viene consegnato il racconto Avventura di un fotografo di Italo Calvino ( immancabile ma per me che combinazione!), sul bancone viene posto Tentativo di esaurire un luogo parigino di Geoges Perec e se ne discute. La situazione mi piace ma forse si parla troppo e ci si distrae. Ore 12,30, ci viene assegnato un breve “compito in classe”: Descrivi il paradiso. “L’aria è frescolina e anche le persone un po’ gelide. Sorridono tutti, Sembra non manchi niente, È soprattutto la musica che ti fa sentir bene. Celestiale. E le luci. Le luci sono allegre. La musica aumenta. L’atmosfera si scalda. Mi faccio coraggio: «Permette signorina?» «Non so ballare!» «Neanch’io!». Cominciò tutto così alla balera “Il Paradiso”. Questo è stato il mio “svolgimento, gli altri tutti più in tema con descrizioni piacevoli, prevalentemente bucoliche, forse per me il Paradiso è troppo lontano, o troppo vicino. Alle 13 pranzo al ristorante A Ciassa : verdure ripiene (mitici i fiori di zucca), insalata mista, minerale e caffè, 10 euro. Breve pausa. Alle 15 si ritorna in biblioteca, conduce Ester che chiede: «Quanto conta per voi il paesaggio?». Ambientazione, spazio, location. Il luogo modifica la storia, deve essere percepito. Bisogna sentirlo, trovarcisi. Geografia, toponomastica, mappe. Il paesaggio è un personaggio. Va osservato, descritto, ascoltato. Bisogna starci dentro con curiosità, esplorare. Lo scrittore sta dove vive e dove costruisce il suo romanzo. Quando scrive deve essere presente. Qui e ora. Con tutti i cinque sensi. I luoghi devono essere visibili e concreti. I dettagli poi fanno la differenza, le parole stesse sono dettagli. Non utilizzare le frasi fatte, i luoghi comuni stonano sempre. Arriva Emilia con uno strano volume 462 idee per scrivere, si tratta di una raccolta di esercizi richiesti dai curatori del testo a scuole di scrittura e scrittori in America. Ci viene consegnato un elenco stilato da Georges Perec con 52 specie di spazi. Dopo una discussione – Emilia ed Ester sono professionali, affascinanti e assistenzievoli – ci viene assegnato un altro breve compito: raccontare un luogo esplorato da bambini. La frase iniziale deve essere “Ho sei anni e sono in…”. “Ho sei anni e sono in chiesa, i miei genitori mi portano spesso qui e ho una certa confidenza con questo ambiente ma oggi ho scoperto una cosa strana, stropicciandomi gli occhi assonnati e lacrimosi sono stato sorpreso da una quantità di raggi luminosi. La semplice luce di una candela se la guardo con gli occhi umidi e come se esplodesse in mille strisce di luce e qui le fonti luminose sono molte, comprese le vetrate su cui batte il sole. Non capisco bene, sono esterrefatto, con i miei occhi e le mie lacrime ho modificato la realtà. Mi perdo nell’esplorazione di questi effetti sfavillanti, non mi rendo conto del tempo e del resto. Poi riapro bene gli occhi, nessuno si è accorto di nulla, torno a seguire la funzione, a respirare l’odore d’incenso, con un po’ di senso di peccato”. Vengono letti tutti i brevi testi, mi viene il dubbio che gli altri siano più avanti; la discussione è sempre interessante, Emilia e Ester sono prodighe di consigli e esortazioni, viene citata Anais Nin “Non si vedono le come sono, si vedono come siamo”. Ore 17: visitiamo il Castello di Apricale, riceviamo gli ultimi consigli, poi ognuno va per i fatti suoi in cerca di immagini su cui costruire una Short Story che costituirà il frutto del nostro laboratorio. Io mi dirigo verso la parte del paese esposta a nord-ovest chiamata Ubagu che significa “a baccìo” cioè all’ombra. Il sole vi arriva solo nei mesi estivi, in inverno è fredda, umida e scivolosa. La gente la evita anche d’estate perché infestata di ortiche, muschio ed erbacce. Per noi bambini era la preferita e lì si svolgevano i nostri accampamenti con capanne e battaglie e dissodamenti, lontano dagli sguardi degli adulti. Lì c’è una viuzza chiusa, senza denominazione, disabitata che, partendo da Via Garibaldi poco sotto la Casa del Boia, si va a frangere sotto l’antica cinta muraria. L’avevamo chiamata Via RuMaSiSà in onore dei quattro bambini che si erano improvvisati esploratori: Rubertin, Marcu, Silvano e Sandro (in ordine crescente di età dai 6 ai 9 anni). Lì mi ritrovo a cercare, dopo 55 anni di assenza, un “segno debole del luogo” soggetto che non avevo mai pensato di
Monet è passato di qui? di Alessandra Agostini Partenza, ci sono riuscita, finalmente ! Ci sono voluti due anni di lavoro ai fianchi, di organizzazione logistica occulta, marito convinto, spesa fatta, casa in ordine perfetto, il mio bisogno di controllo assoluto sulle cose soddisfatto. Nell’animo pero’ e’ tutto un casino, si, proprio un casino, non c’e’ termine piu’ adatto. Non so cosa mi aspetta ma sono come attirata da una calamita gigante. Arrivo. Caldo insopportabile, pochi pensieri coerenti, un’atmosfera d’altri tempi, case appese alla collina, vicoli che, in confronto, quelli di Genova sono autostrade, una fontana che, oltre a promettermi acqua fresca, mi incute un timore che non capisco; forse qualcosa dovuto alla sua storia antica, medioevale. E si, il medioevo, qui ad Apricale la fa da padrone e padrone assoluto e’ il castello. Sono sfinita, voglio vedere la mia stanza, il castello dopo. Solo a guardarlo da fuori mi attira, una specie di Circe, chissa quante persone nei secoli hanno avuto la mia stessa senzazione quasi ingestibile…Che poi a me, ad andare cosi’ indietro nei secoli non piace nemmeno. Entro, spedita dentro un cortile. Strano, non capisco se sono opere di artisti un po’ eccentrici o cose lasciate li’ a caso: una damigiana spogliata dalla sua parte di vimini, una scala di legno nodoso e vissuto, dei vasi anche belli nella loro quieta semplicita’, delle statue quasi avvolte tutte dalle erbacce, forse contente di passare inosservate. Dal cortile mi inoltro all’interno quasi senza accorgemene, fino ad un angolo del sottotetto, vedo un un signore con un barba bianca che, se non fosse luglio, potrei scambiarlo per babbo Natale, e penso anche che sono un po’ stordita dal dal viaggio e dalla calura per fare queste associazioni. Questo signore borbotta in francese, sono sicura, e’ l’unica lingua che ho studiato, e sta spostando con un certa energia quattro cavalletti vuoti e ha appoggiato su un lungo tavolo quattro tele coperte da un drappo. Pittore? Francese? Con la barba? Con un cappotto un po’ retro’ a luglio? Oddio … Cerco di tradurre quel suo parlare sottovoce perche’ non so bene se sono sul pianeta terra e vorrei capirlo. Lo sento, sta dicendo: “parbleu, tutto questo tempo a Bordighera, tre` belle, ma qui, un paradiso. Questo castello e’ unico!”. Scusi signor…Monet ? Forse? Ma cosa dico? Ma cosa sto dicendo ? Ma come, cosa ci fai lei qui? Perdoni la mia invadenza ma credo di avere qualche problema spazio temporale. “Guardi, non conosco i suoi problemi, io mi sento in pace con me stesso, mi hanno chiesto di esporre in questo luogo tres fantastique che non conoscevo ed ho solo l’imbarazzo della scelta per posizionare questi miei dipinti su questi quattro cavalletti.” “Lei cosa dice? Le piacciono queste marine? Dalla vostra riviera ci sono degli scorci impagabili! Se avessi tempo mi fermerei,la veduta dal castello e’ sans egal.” Me oui, me oui…mi ritrovo all’improvviso a parlare francese da sola in una stanza, peer fortuna vuota. Ho un forte mal di testa ma sto sorridendo: un pittore strafamoso, francese, mi rivolge la parola e chiede proprio a me un parere su quattro suoi capolavori! Un colpo di caldo, sicuro.