Domenica 28 ottobre 2014 si è svolta al Count Basie Jazz Club di Genova la prima serata di Non sparate allo scrittore!, contest di racconti brevi e musica nato in collaborazione con Elisa Traverso e il Collettivo Linea S. La squadra vincitrice, il cui tema era Accordi, è composta da Federica Kessisoglu, Paolo Gerbella e Annamaria Frigerio.
Pubblichiamo il racconto L’accordo perfetto, di Federica Kessisoglu.
Diario di bordo AD 4554 giorno 255
Oggi ascolto e aspiro e distinguo e canto.
Oggi come ieri, come nel giorno 59, come non ricordo più da quanto …
Oggi voglio scrivere di me, di quello che è successo, di quello che succede, perché forse sto per diventare pazzo e invece devo mantenermi lucido, devo tenermi aggrappato alle parole, ai suoni che sento nella testa, distinti, precisi.
Oggi scrivo la fine che è domani o tra un minuto o tra milioni di anni.
Il mio nome non è importante.
Sono un musicista o, per meglio dire, lo ero.
Passavo le giornate a combinare note, a fissare tempi e sospensioni, a inventare accordi, ad ascoltare i suoni dei pianeti.
In un giorno del passato tutto questo ha cessato di essere.
In quel giorno del passato, non so come, il mondo allora conosciuto è stato violentato da un rumore lancinante, intollerabile.
L’unica cosa che so è che questo rumore è l’insieme di tutti i suoni prodotti dal big bang a oggi.
È come se i suoni non si fossero mai estinti.
È come se si fossero accumulati da qualche parte.
Forse si sono solidificati, si sono fatti stella e poi supernova invadendo lo spazio, ogni angolo della terra, insinuandosi dappertutto, formando una cappa di note impazzite, di frastuono, di parole tutto attorno e dentro e fuori, diventando insopportabili all’orecchio umano e non umano.
Gli animali sono stati i primi a impazzire.
La sordità precoce è divenuta la patologia più diffusa, rifugio sicuro dalla follia.
In quel giorno del passato e in quelli successivi, a quel rumore riuscii a trovare un senso.
Riuscii a distinguere delle note, dei suoni che potevano essere combinati in accordi, in armonie.
Si trattava solo di trovare il modo di isolarli, perché altri oltre a me sentissero quella musica meravigliosa.
Con l’aiuto di un amico ingegnere costruii una macchina che intercettava le famiglie di frequenze e le traduceva in suoni armonici: lo strumento li registrava isolandoli dal resto.
Ma tutto questo è stato inutile. Sono stato accusato di alimentare la “cacofonia cosmica”, così l’hanno chiamata.
La commissione disciplinare interplanetaria mi ha condannato a cinque anni di lavori socialmente utili.
Sono rinchiuso da due anni in una navicella di due metri per quattro, sperduto nel vuoto cosmico a ripulire lo spazio dall’inquinamento acustico.
Aspiro i suoni, come potrei aspirare la polvere, da più di seicento giorni.
Qualcuno, se ci sarà ancora qualcuno, forse leggerà queste righe, forse capirà, forse giudicherà, ma saprà ascoltare?
Ora riesco a distinguere un sol, il rumore della pioggia sulle foglie di un platano, il risolino acuto di alcuni bambini che giocano a rincorrersi.
Ascolto e aspiro e distinguo e canto. E poi ascolto e aspiro e distinguo e canto.
Ecco, non sono pazzo!
Di nuovo un sol ma questa volta minore e il canto del cuculo e una mezza frase tra due innamorati… prima o poi troverò l’accordo perfetto e allora rimarrà solo luce.
La fine capirà come ascoltare.
Non sono pazzo… ascolto e aspiro e distinguo e canto… ascolto e aspiro e distinguo e canto…
Ricordiamo che il prossimo appuntamento con Non sparate allo scrittore! è domenica 30 novembre. Tema della serata: malattie esantematiche.