Il Pink Flamingo in letteratura

È la moda dell’estate, è l’animale più colorato e simpatico che in versione salvagente sta popolando le spiagge di tutto il mondo e le stories di Instagram: è il fenicottero, ora noto come “Pink Flamingo”. Ma il trampoliere rosa non è solo un tormentone passeggero, ma vanta una nobile storia letteraria. Vogliamo scoprirla? Etimologia Partiamo dall’analizzare l’etimologia del nome fenicottero, che deriva dal latino phoenicoptĕrus, e questo dal greco ϕοινικόπτερος, composto di ϕοῖνιξ –ικος, che significa “colore rosso, porpora” e πτερόν, ossia “ala”. Il nome inglese del fenicottero, “flamingo” proviene invece da tutt’altra radice. Deriva dal termine portoghese “flamengo”, che deriva dal provenzale “flamenc”, a sua volta derivante dalla parola latina “flamma”, che significa appunto fiamma, aggiunto al suffisso germanico -ing; flamingo significa quindi “di origine fiamminga”, ed è stato attribuito al fenicottero essendo presente negli acquitrini olandesi. Il fenicottero nei libri Alice nel paese delle meraviglie Ma veniamo al dunque! L’esempio più noto in cui il fenicottero compare in letteratura è certamente “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carrol. Nella celebre scena, Alice è costretta a una bizzarra partita di croquet, dove le mazze sono fenicotteri vivi, e le palline dei ricci. “Ai vostri posti!” gridò la Regina con voce tonante. E gl’invitati si sparpagliarono in tutte le direzioni, l’uno rovesciando l’altro: finalmente, dopo un po’, poterono disporsi in un certo ordine, e il giuoco cominciò. Alice pensava che in vita sua non aveva mai veduto un terreno più curioso per giocare il croquet; era tutto a solchi e zolle; le palle erano ricci, i mazzapicchi erano fenicotteri vivi, e gli archi erano soldati vivi, che si dovevano curvare e reggere sulle mani e sui piedi. Lewis Carrol ha riempito il suo romanzo di giochi di parole e rompicapi logici, e non è ben chiaro perché le mazze da croquet siano state sostituite con un pink flamingo. Probabilmente, la loro morfologia ha semplicemente richiamato a Carrol un facile accostamento. O forse no?   Il mistero del gioco di parole “Scommetto che sei sorpresa, perché non ti cingo la vita col braccio”, disse la Duchessa dopo qualche  istante, “ma si è perché non so di che carattere sia il tuo fenicottero. Vogliamo far la prova?” “Potrebbe morderla”, rispose Alice, che non desiderava simili esperimenti. “È vero”, disse la Duchessa, “i fenicotteri e la mostarda non fanno che mordere, e la morale è questa: Gli uccelli della stessa razza se ne vanno insieme”. “Ma la mostarda non è un uccello”, osservò Alice. “Bene, come sempre”, disse la Duchessa, “tu dici le cose con molta chiarezza!” “È un minerale, credo”, disse Alice “Già”, rispose la Duchessa, che pareva accettasse tutto quello che diceva Alice; “in questi dintorni c’è una miniera di mostarda e la morale è questa: La miniera è la maniera di gabbar la gente intera”. “I fenicotteri e la mostarda non fanno che mordere”, cosa ci avrà voluto dire il caro Lewis con questo accostamento? Analizziamo la versione originale del brano: “Very true”, said the Duchess: “flamingoes and mustard both bite. And the moral of that is: Birds of a feather flock together”. “Only mustard isn’t a bird”, Alice remarked. Neanche in lingua originale salta all’occhio un gioco di assonanze tra “flamingoes” e “mustard”. Appare però più chiaro il gioco con il verbo “bite”, ossia mordere: in inglese, infatti, “bite” è usato per descrivere un alimento piccante, e quindi se il peperoncino può mordere, in piccola misura può farlo anche la mostarda. Entra in scena Shakespeare Molti studiosi si sono accaniti sui giochetti logici scritti da Lewis Carrol. Il parallelismo tra il fenicottero e la mostarda in qualche modo richiama un brano de “La bisbetica domata” di Shakespeare, atto IV, scena III. GRUMIO Non so, ho paura che infiammi la bile. Che ne direste del manzo con la mostarda? CATERINA Un piatto che mangio proprio volentieri. GRUMIO Sì, ma la mostarda riscalda un po’ troppo. CATERINA E allora il manzo, senza la mostarda. GRUMIO No, così no. O prendete la mostarda o Grumio non vi darà neanche il manzo. CATERINA Allora tutt’e due, o solo una, quel che vuoi. GRUMIO Be’, allora la mostarda senza manzo. La battuta “la mostarda riscalda un po’ troppo” significa proprio che la mostarda è piccante, e quindi “morde” come i fenicotteri di Alice. Fino agli antichi romani A flamingo? Isn’t that a bird? What’s it for? “Un fenicottero? Ma non è un uccello? A cosa serve?” chiede Alice quando gli viene proposto l’animale rosa come mazza da croquet. Molti studiosi di Lewis Carrol non trovano significato nei fenicotteri usati in questo modo. Ma gli studiosi non mollano, perché i giochi di parole di Carrol sono a volte così impossibili, che viene voglia di risolverli. In più, il fenicottero è un animale abbastanza strano di per sé. Si sono sviluppate molte teorie, ma nessuno ha ancora capito perché i fenicotteri stiano in piedi su una gamba sola mentre mangiano. Ed ecco un fatto divertente: secondo Paul R. Ehrlich e i suoi allievi alla Stanford University, la lingua del fenicottero era venduta a caro prezzo nell’Antica Roma in quanto gustosa prelibatezza. “Gli imperatori romani la consideravano una delicatezza, e servivano lingua di fenicottero su un vassoio che includeva cervella di fagiano, fegato di pappagallo e interiora di lampreda”, dice Ehrlich. Pare che gli antichi poeti latini scrissero anche in difesa del povero fenicottero, come dimostrerebbe questo poema di Marziale: Dat mihi penna rubens nomen; sed lingua gulosis Nostra sapit: quid, si garrula lingua foret? Che tradotta è: Le rosse mie penne mi danno il nome, ma la nostra lingua gusta ai golosi: che sarebbe s’ella potesse cantare? Conclusioni? Non c’è più dubbio. Il fenicottero è stato bistrattato nell’Antica Roma, poi coprotagonista di un romanzo, e oggi oggetto di culto nei social media. Il perché di questo successo è inspiegabile, come il gioco di parole con la mostarda.   Sitografia Enciclopedia Treccani. Le citazioni in italiano di “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” sono tratte da qui , versione a cura di Dino Ticli. Le citazioni originali di “Alice’s adventures in Wonderland” sono