Giuliano Bora, Lightscapes

La foresta di segni (di punteggiatura)

Mi piace immaginare un percorso nella punteggiatura come l’attraversamento di un territorio misterioso e seducente, ma a tratti impervio e sdrucciolevole, in cui addentrarsi con curiosità e cautela, come ci si addentra in un bosco. La figura della «foresta di segni» o «di simboli» – in cui risuonano echi di suggestioni baudelairiane («forêts de symboles» della famosa poesia-manifesto Correspondences) – si presta, per la sua potenza evocativa, a suggerire per via metaforica lo spazio della scrittura, fatta non solo di lettere (grafemi) ma anche di elementi che stanno “presso” (in greco parà) i grafemi (segni para-grafematici, più noti come segni di punteggiatura) per sostenerli (puntellarli) e per metterli in comunicazione tra loro (avvicinandoli e separandoli al tempo stesso). Ma anche per gettare sul testo in cui si inseriscono una luce dal fascino particolare. I segni di punteggiatura sono come il tracciato che segnala, scandisce, ritma un territorio altrimenti impenetrabile, inaccessibile, senza confini. Le indicazioni di sentiero nel bosco e i segni di punteggiatura nel linguaggio sono modi per rendere “abitabile”, percorribile, ciò che per eccellenza ci sfugge (la natura, il linguaggio). Tutto qua? Allora sono segni che scattano in automatico e che sono validi una volta per tutte? No. Non sono meccanici e fissi come passaggi a livello. I modi per “abitare” lo spazio sono potenzialmente infiniti e riflettono il nostro stile. Dipende da noi investirlo di creatività e bellezza. Esattamente come succede per la lingua, e per la scrittura (letteraria e non). Nessuno parla o scrive in modo identico a un altro. Sfuggire all’omologazione e conquistare spazi sempre maggiori di libertà, di creatività, di bellezza espressiva, dipende anche dal modo in cui sappiamo usare (dosare, calibrare, piegare duttilmente) la punteggiatura. La punteggiatura è lo stile, anzi la quintessenza dello stile, e quindi un tratto personale, identificativo dell’uomo stesso, come scriveva la scrittrice George Sand: «On a dit “le style, c’est l’homme”. La ponctuation est encore plus l’homme que le style». La punteggiatura rappresenta l’uomo più ancora di quanto non lo faccia lo stile. Dobbiamo abituarci a considerare i segni di punteggiatura come nostri alleati nella scrittura, capaci di attivare la musicalità della lingua: «spiriti amici della cui presenza incorporale si nutre il corpo della lingua» (per usare la felice espressione di un filosofo che è stato, non a caso, un grande musicologo, Theodor W. Adorno). Guest post di Elisa Tonani, Maestra di Officina

copertina codice a sbarre

Codice a sbarre: antologia di racconti dal carcere

Pubblicato lo scorso ottobre, Codice a sbarre è una raccolta di racconti scritta da otto ospiti della Casa Circondariale Femminile di Empoli e curata da Patrizia Tellini. L’antologia è il risultato finale di un laboratorio di scrittura creativa, in cui le esperienze di vita e le emozioni sono state protagoniste, ideato e curato dalla casa editrice Ibiskos Risolo. Per conoscere meglio questo progetto, abbiamo chiesto un contributo a Graziano Pujia, direttore della Casa Circondariale Femminile di Empoli. Questo il suo intervento per il blog di Officina Letteraria. Il progetto è nato quasi per caso: la d.ssa Risolo (Ibiskos editore) ha letto un’intervista rilasciata da Patrizia Tellini e, spinta dalla curiosità di conoscere il lato femminile del mondo penitenziario, si è recata da me, assieme alla stessa Tellini, per propormi il progetto che avrebbe consentito alle ospiti della struttura che dirigo di raccontare il proprio vissuto detentivo e pre-detentivo. Tra i motivi che mi ha spinto ad aderire al progetto con entusiasmo vi è stata l’idea di contribuire ad abbattere i pregiudizi che la società civile ha nei confronti dell’istituzione carcere. Già, ma in che modo? Ritengo innanzitutto che l’istituzione carcere non si debba considerare istituzione “negata”, nei termini messi ben in evidenza da F. Basaglia negli anni ’60 riferendosi ai manicomi criminali, ma, allo stesso modo, non la si debba considerare istituzione “ultima”, ossia necessaria ma residuale, quasi come a volersene dimenticare, salvo poi interessarsene, solo occasionalmente, in presenza di criticità esplose al di fuori dell’ambiente penitenziario, forse proprio per mancanza delle dovute attenzioni. Per fare ciò occorrerebbe creare continue sinergie, in primis, tra le istituzioni (mi vengono in mente le scuole e il mondo universitario, quest’ultimo finora interessato al mondo penitenziario più come oggetto di analisi che con intenti inclusivi). A tal proposito ritengo sia utile rimarcare l’esempio del progetto “oltre i muri”, che si rinnova ormai da diversi anni, tra il liceo Pontormo di Empoli e il carcere femminile della città, che prevede la preparazione di un’opera teatrale i cui protagonisti/attori sono studenti e detenute, diretti da registi professionisti. È dunque importante creare sinergie con gli enti territoriali (comuni e regioni) affinché affrontino le problematiche penitenziarie con gli stessi stimoli con i quali cercano di risolvere le questioni dei cittadini del territorio di propria competenza. In altri termini, considerare i detenuti al pari dei cittadini, perché tali sono e perché il carcere è soltanto una parentesi della loro vita, alla fine della quale sono “a fortiori” re-immessi nel tessuto sociale, che deve essere pronto ad accoglierli, salvo non si voglia che lo stesso venga nuovamente danneggiato dalla recidiva. Nel contesto sommariamente tracciato svolgono un ruolo di primaria importanza la scrittura e ogni altra forma di creatività (vedi teatro), quali fattori di crescita e di ricerca introspettiva, che aiuti a far emergere la parte migliore di sé; quella parte fino ad allora sopita da desideri “finiti”. Per dirla con Richler: la speranza è che come sono stati grandi nel pensiero (attraverso la scrittura), lo siano anche nelle azioni future. Il ricavato di questo progetto andrà, per espresso desiderio delle autrici e condiviso da Ibiskos editore, al Centro Aiuto Donna Lilith delle Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli, che si prende cura di donne che hanno subito violenza di ogni genere. A questo progetto si può contribuire in due modi: acquistando il libro e divulgando l’idea alla base del progetto medesimo. Per acquistare una copia del libro, è possibile contattare la casa editrice Ibiskos all’indirizzo mail segreteria@ibiskoseditricerisolo.it.

Non sparate allo scrittore: gara di racconti

Un tema portante, tre parole in gara. Tre squadre di scrittori per nove brani raccontati ad alta voce. Uno scrittore (o scrittrice) genovese che gioca con loro. Un musicista che esalta le atmosfere. Una giuria popolare formata da tutto il pubblico che vota. Un’antologia visiva di reading e musica per una serata intrigante dove la scrittura è gioco. Da ottobre a dicembre 2014 Officina Letteraria partecipa a Non sparate allo scrittore!, un contest di racconti brevi e musica che si terrà presso il Count Basie Jazz Club di Genova ed è stata ideata e organizzata da un gruppo di ex allievi dei nostri laboratori di scrittura. La rassegna, ideata da Elisa Traverso in collaborazione con il Collettivo Linea S, è articolata in tre appuntamenti: per ogni serata è stato scelto un tema e tre parole, intorno alle quali si sfideranno tre squadre di scrittori, ciascuna capitanata da un membro del Collettivo Linea S. A coronare la serata saranno uno “scrittore guest star”, scelto tra i Maestri di Officina, e un accompagnamento musicale. Programma di Non sparate allo scrittore! Domenica 26 ottobre ore 21 “NON LA SOLITA MUSICA” Parole in gara: #CORI #CORDE #ACCORDI Guest Sara Rattaro, musica con Stefano Ronchi Domenica 30 novembre ore 21 “MALATTIE ESANTEMATICHE” Parole in gara: # PUNTINI #PRURITI #FEBBRI Guest Barbara Fiorio, musica con Max Vigilante Domenica 28 Dicembre ore 21 “LUOGHI COMUNI” Parole in gara: #CASA #CHIESA #CESSO* Guest Bruno Morchio, musica con Max Vigilante. L’ingresso alle serate è libero con tessera ARCI.

MeP: la poesia è dappertutto

MeP, il Movimento per l’emancipazione della Poesia. Se vi è capitato di aprire un libro, preso in prestito in biblioteca o appena comprato, e trovare in mezzo alle pagine un foglio con una poesia, ecco, allora sapete di chi sto parlando. Oppure può essere che l’abbiate trovata per strada. L’incontro improvviso, fortuito, che avviene dietro un angolo, oppure quasi di schianto, contro un muro che proprio non vi aspettavate, è forse meno intimo, ma più emozionante. Solenne, quasi. Ma che luoghi abita la poesia? Se chiedete ai poeti del MeP, il Movimento per l’emancipazione della Poesia, vi sentirete rispondere che non si tratta di luoghi adatti o meno, il problema è il ruolo. “Ad oggi la poesia non possiede, nella volgare società contemporanea, il ruolo che dovrebbe, per ragioni culturali e storiche…” “Ad oggi la poesia non possiede, nella volgare società contemporanea, il ruolo che dovrebbe, per ragioni culturali e storiche, spettarle. E non perché essa non sia ancora portatrice della capacità di comunicare e suscitare emozioni, sentimenti e fantasie, quanto perché, sebbene si continui a scriverla, non si continua a leggerla, preferendo basso e vuoto intrattenimento” (dal Manifesto del Movimento) Poesia con prepotenza, se occorre. Il MeP, nato a Firenze nel 2010 e poi diffusosi in diverse città italiane, è formato da poeti anonimi (perché è la poesia che deve avere il risalto maggiore) e si propone proprio di rinnovare l’interesse e il rispetto per questa forma di scrittura, svincolandola dal libro stampato attraverso affissioni, eventi, reading, fotografie, esposizioni, trasmissioni, diffusione online. Con “prepotenza”, se occorre. Alcune azioni, infatti, tra cui l’attacchinaggio, non sono consentite dalla legge. Ma forse è davvero giunto il momento di scrivere sui muri, per così dire, di sfruttare quella “proprietà intrinseca della parola scritta per la quale risulta impossibile per chiunque getti su di essa lo sguardo non leggerla” (dallo Statuto). Perché ne abbiamo bisogno. Perché adesso, da quando ne ho incontrata una, a Genova, nei vicoli, da quel momento i miei occhi cercano la poesia dappertutto.

Via allo SugarCon 2014

È cominciata ufficialmente oggi (nonostante alcune delle iniziative fossero state già presentate nei giorni scorsi) la quarta edizione del Festival Sugarpulp di Padova (da quest’anno Sugarcon). Ho assistito purtroppo solo alla prima edizione del festival, nel 2011: c’ero capitata – e lo ammetto senza pudore – per ascoltare e guardare con occhi adoranti Joe Lansdale, uno dei miei scrittori preferiti. Il mio tenero cuore da fangirl in quell’occasione mi ha portato a scoprire con gioia e meraviglia una delle realtà più dinamiche, interessanti e innovative che ci ritroviamo sul territorio nazionale: l’associazione culturale Sugarpulp. …una delle realtà più dinamiche, interessanti e innovative che ci ritroviamo sul territorio nazionale: l’associazione culturale Sugarpulp… Nata nel gennaio del 2011 dalla mente di Giacomo Brunoro e Matteo Strukul (autore del recente e bellissimo La giostra dei fiori spezzati, Mondadori) l’associazione cura oggi sia la rivista Sugarpulp Magazine che il festival SugarCon e si occupa di promozione culturale, letteratura di genere, scoperta o “importazione” di nuove voci, cinema e fumetti. Il festival SugarCon (che andrà avanti a ritmi serratissimi fino a domenica 28 settembre) anche quest’anno propone un calendario ricco di appuntamenti e di ospiti internazionali: da Tim Williocks, a Victor Gischler, alla “nostrana” Licia Troisi, e per la sezione Comics tra gli altri Giorgio Cavazzano. Gli eventi (workshop, presentazioni, convegni) si svolgono in varie sedi nel centro di Padova: da Palazzo Zuckermann, allo storico caffè Pedrocchi, al Sottopasso della Stua. Se siete della zona o avete modo di fare… un salto a Padova, vi consiglio di cuore di andare a seguire il festival. Fatelo anche per me, che vi invidierò non poco.   

Lavori in corso – parte III

Questo terzo post sui lavori in corso a Officina Letteraria è dedicato a un’attività cominciata nell’estate 2012, la settimana nota come Scrivere ad Apricale. Un laboratorio di scrittura e una settimana di vacanza nel paese medievale della Val Nervia, un luogo ricco di suggestioni per chi ama scrivere: non isolato, ma appartato e abbarbicato sulla pendice al sole di una collina, escluso alle automobili, un paese di pietra, circondato dal verde e dagli ulivi e dalla natura aspra e ruvida tipica della Liguria e in particolare delle zone di confine. Il laboratorio, condotto da Emilia Marasco, Bruno Morchio e Claudia Priano, ha favorito una relazione tra i partecipanti e il luogo attraverso l’incontro con gli abitanti e le loro storie. Il Comune di Apricale ha messo a disposizione la Biblioteca, Atelier A si è aperto per l’affollato reading finale, il tempo libero è stato utilizzato da ciascuno per la scoperta del paese e l’esplorazione dei dintorni. Durante il laboratorio si sono lette le pagine di Calvino, Biamonti, Orengo. L’esperienza ci ha confermato il valore del viaggio come proposta per i laboratori di scrittura. Spaesarsi, cambiare punto di vista, acquisire consapevolezza di un proprio modo di percepire e vivere gli spazi e trasformare tutto questo in parole, raccogliere storie, lasciarsi attraversare dalle storie, raccontarle. In un tempo in cui si è in ogni dove senza muoversi da casa, in cui si è insieme agli altri stando ben fermi nella propria solitudine, in cui è possibile documentarsi su luoghi, persone e storie con un clic, ogni tanto è importante prendersi una vacanza, respirare una boccata d’aria, toccare con mano ed essere davvero da qualche parte con qualcuno. Dobbiamo creare momenti di scambio tra i due binari sui quali corre il nostro tempo. Così è nato SCRIVERE A… Dopo Scrivere ad Apricale ci sono stati Scrivere a Varsavia e Scrivere a Cracovia. Grazie alla SIL (Società Italiana Letterate) è entrata a far parte del gruppo di Officina Letteraria Zuzanna Krasnopolska, ricercatrice dell’Università di Varsavia specializzata in Italianistica, che ha organizzato i viaggi di Officina a Varsavia nel 2013 e a Cracovia nel 2014 e che, nel 2015, ci accompagnerà a Praga. Abbiamo scritto a Varsavia dopo aver incontrato alcuni giovani studiosi di Lingua Italiana all’Università, dopo aver percorso la città sulle orme dei protagonisti di alcuni romanzi, dopo aver ascoltato poesie e canzoni, visto film. I racconti scritti dai partecipanti al viaggio e dagli studenti dell’Università sono stati letti nella sala del Museo della Letteratura di Varsavia, in ogni racconto c’era una traccia dell’incontro con Varsavia e dell’incontro con le persone. Abbiamo scritto a Cracovia dopo un seminario sulle antiche leggende cracoviane, dopo la visita alla città e al suo ghetto, alla Kricoteka di Thadeus Kantor, ad Auschwitz e Birkenau, alle miniere di sale. Con la nuova stagione di Officina, per arricchire e diversificare l’attività e offrire esperienze accessibili a tutti, scriveremo a Praga a giugno 2015 ma, nel corso dell’anno, scriveremo a Milano con Elena Mearini in collaborazione con Art in the City, scriveremo In cammino con Laura Guglielmi, Giacomo Revelli e Marino Magliani in un percorso di trekking e nell’estate 2015 ci sarà una Summer School ad Apricale. Nel frattempo scriveremo ( e leggeremo) nella sede di Officina Letteraria in via Cairoli4/B, nei caffè, nelle librerie, nei musei, in giro per la città e al Palazzo Ducale di Genova, in un laboratorio aperto al Festival L’Altra metà del libro.

Lavori in corso – parte II

Autunno, è tempo di scrivere. La fine dell’estate, anche quando la stagione è volubile e poco all’altezza delle aspettative, apre sempre a nuove energie, propositi e progetti. È tempo di scrivere. Perché? Perché è ora di tirare fuori un sogno dal cassetto, è ora di cimentarci con uno strumento che sappiamo o pensiamo di possedere, è ora di consolidare una pratica, di confrontarci con qualcuno, è ora di consegnare a una pagina i pensieri che ci attraversano la mente. È tempo di ripresa e di novità. Ecco le novità di Officina Letteraria che troverete su questo sito, ma anche su www.mentelocale.it a partire da settembre. Tre livelli di Laboratori per chi vuole affrontare un percorso graduale di approfondimento delle tecniche di narrazione. Quest’anno li abbiamo identificati con un titolo: La Grammatica delle Storie è il primo, I Ferri del Mestiere il secondo, Una stanza tutta per sé il terzo. A guidare i partecipanti nel viaggio dentro le storie e la scrittura, fino alla realizzazione di un progetto personale, saranno Ester Armanino, Laura Bosio, Emilia Marasco, Bruno Morchio e Sara Rattaro. Per questi laboratori sono previsti anche gli interventi di Federica Manzon, editor Mondadori e scrittrice, e di Elisa Tonani, esperta di punteggiatura. Per chi cerca una situazione meno impegnativa e strutturata, ma ugualmente ricca di stimoli e di incontri, c’è il laboratorio Leggere e Scrivere, con un tutor che coordina tanti interventi di scrittori e professionisti diversi che porteranno un suggerimento di lettura e una proposta di scrittura: Valeria Corciolani, Gaia De Pascale, Barbara Fiorio, Laura Guglielmi, Elena Mearini, Antonio Paolacci e Cesare Viel. Un Laboratorio che prevede alcune sessioni di scrittura anche in spazi diversi dalla sede di Officina, come librerie, caffè, musei. La positiva esperienza, nella passata stagione, del Sabato in Officina dedicato alla scrittura per l’infanzia, ci ha convinti a dedicare uno spazio più ampio a un genere che ha anche fortuna e solidità editoriale, che interessa ai genitori, agli insegnanti e molti aspiranti scrittori. Il laboratorio Oltre le fiabe sarà condotto da Anselmo Roveda e Sara Boero, in collaborazione con la rivista Andersen e con l’associazione Officine narrative, con interventi di illustratori e specialisti del settore. Da ottobre riprende anche il fortunato ciclo Sabato in Officina, una full immersion di sei ore, un sabato al mese, sempre con scrittori e artisti diversi. I primi tre incontri saranno con Gaia De Pascale per Scrivere di viaggi, Pino Petruzzelli per Scrivere un monologo, Giampiero Alloisio per Scrivere una canzone. Si proseguirà con Chicca Gagliardo, Elena Mearini, Antonio Paolacci, Patrizia Traverso e altri autori che porteranno la loro esperienza in un’attività di laboratorio. L’anno nuovo porterà il Corso pratico di editoria e scrittura di Antonio Paolacci, il Laboratorio di lettura consapevole Ad alta voce tenuto da Dario Manera, due workshop, con Giulio Mozzi e Paolo Nori e il Laboratorio di legatoria con Marta Wrubl. A conclusione dell’attività, a maggio, la settimana intensiva sulla Sceneggiatura per il cinema con Federica Pontremoli, un laboratorio di 35 ore. È tempo di scrivere.

Lavori in corso – parte I

Il nostro sito è in fase di aggiornamento, prossimamente pubblicheremo le informazioni sui laboratori di Officina Letteraria che avranno inizio a Ottobre 2014. Nel frattempo vogliamo fare alcune considerazioni sull’esperienza che volge al suo quarto ciclo e anticipare le novità 2014/2015. Cominciamo con un bilancio, riserviamo il prossimo post alle informazioni sui laboratori. Dal primo esperimento avviato nel 2012 da Emilia Marasco e Claudia Priano nel Centro polivalente della Sala Sivori a Genova, Officina Letteraria è cresciuta con un numero di ottanta partecipanti ai laboratori nel 2014 e con una ventina di maestri, tra scrittori continuativamente impegnati nei laboratori e scrittori ospiti. La crescita ha coinciso con il trasferimento nella sede di Via Cairoli 4/B, che oltre ad avere il fascino proprio degli spazi del centro storico di Genova – tre grandi stanze con volte a crociera e un angolo per un caffè o un the e quattro chiacchiere affacciato sul chiostro della chiesa di San Siro – offre la possibilità di ospitare mostre di arti visive, reading, presentazioni di libri, conferenze. Spazi, persone e linguaggi espressivi differenti hanno creato occasioni di incontro, di scambio, di collaborazione moltiplicando l’esperienza di Officina Letteraria: in questi anni abbiamo realizzato un laboratorio di romanzo collettivo che ha prodotto un breve romanzo scritto da dieci persone e occasione di un reading al Festival Suq 2013, un’antologia di racconti pubblicata in ebook dall’editrice digitale Emmabooks con il titolo Senza Amore, un reading con Paolo Nori a Palazzo Ducale e, sempre al Ducale, il laboratorio aperto Scrittura Site Specific con Ester Armanino e Emilia Marasco, una passeggiata letteraria attraverso la città: Genova tra luoghi e parole, la partecipazione con otto racconti e un reading alla mostra e convegno Dimenticare a memoria organizzati quest’anno da Arcigay Approdo alla Commenda di Pré. Negli spazi di Officina Letteraria hanno esposto gli artisti Stefania Boiano, Elena Cavallo, Gregorio Giannotta, Sergio Leta, Mauro Panichella, Patrizia Traverso, Giulia Vasta, Guido Zanoletti. Sono stati presentati i libri di Giuliano Galletta, Marino Magliani, Patrizia Traverso e Luigi Surdich. La filosofia di Officina Letteraria si fonda sulla promozione della scrittura attraverso la lettura, i laboratori di tecniche di narrativa, gli workshop e i seminari tematici. L’esperienza di Officina è un’esperienza di incontro e di scambio di riflessioni, di saperi come, in effetti, avviene nei laboratori artigianali, nelle vere officine. Si sperimenta, si prova insieme, si costruisce pian piano, senza fretta e con il piacere di stare dentro al fare e di fare insieme agli altri. La scrittura è un’esperienza che ha certamente necessità di solitudine ma non di isolamento, confrontarsi con gli altri, dialogare, condividere la stessa passione arricchisce l’esperienza e dà alla crescita individuale un significato che va oltre le eventuali aspirazioni ad un risultato concreto. Anche un reading, l’apertura di un blog ben fatto, la partecipazione a un concorso o a un’antologia sono risultati concreti, tanto più soddisfacenti se conseguiti all’interno o con il sostegno di un gruppo. I gruppi di Officina sono composti da persone di generazioni diverse, differenti per motivazioni e aspirazioni e questo mix finisce per essere prezioso per tutti. Naturalmente c’è attenzione per chi riesce a costruire un progetto personale, a trovare la propria voce. Fa parte di questa attenzione il collegamento che Officina Letteraria mantiene con agenti letterari e editor professionisti, sono già state ospiti, nella sede di Via Cairoli, Giulia Ichino, direttrice della Narrativa Italiana Mondadori, e Maria Paola Romeo della Grandi & Associati. Già tre romanzi di allievi di Officina Letteraria sono stati presentati a importanti editori e presto saremo in grado di annunciare una prima uscita.

NaNoWriMo 2013: il ritorno della sfida letteraria

Un bravo scrittore deve scrivere tutti i giorni? Se sì, quante ore bisogna scrivere al giorno? Alzi la mano chi non si è mai posto questa domanda. Proviamo però con questa, più difficile: quante parole bisogna scrivere al giorno? Una cartella sono 1.800 battute, fate voi i conti in base al tempo, alle energie e all’ispirazione che quotidianamente potete dedicare. C’è chi ha trasformato la costanza nella scrittura in un gioco, forse un po’ sadico ma interessante: nel 1999 una ventina di scrittori californiani si sono radunati a San Francisco e si sono impegnati a scrivere, ciascuno, 50.000 parole in un mese. Calcolatrice alla mano, tenendo a mente i pochi dati numerici a disposizione e il fatto che (come ci insegna la filastrocca) 30 giorni ha novembre, significa una media di 1.667 parole al giorno. Da qui è nato NaNoWriMo, acronimo di National Novel Writing Month. Ogni anno, a novembre, scrittori di tutto il mondo si cimentano in questa sfida. Scrivere in un mese una storia di almeno 50.000 parole. Un giorno, un amico trova James Joyce riverso sullo scrittoio, in atteggiamento di profonda disperazione: «James, che cosa c’è che non va? È il lavoro?» James asserì, senza nemmeno alzare la testa. «Quante parole hai scritto oggi?» «Sette» «Sette? Ma James… è ottimo, almeno per te!» «Suppongo di sì, ma non so in che ordine vanno.» Il tema e il genere sono liberi, l’unico requisito è appunto la lunghezza. Chiunque può partecipare: basta iscriversi al sito web di NaNoWriMo e caricare man mano il proprio lavoro su un apposito spazio, che automaticamente produce il conto alla rovescia verso l’obiettivo delle 50.000 parole. NaNoWriMo è l’esperimento ideale per chi ha un romanzo in testa – o comunque un’idea narrativa di un certo spessore – ma per un motivo o l’altro ha sempre rimandato l’inizio della scrittura vera e propria. Ogni anno partecipano circa 200.000 persone, per un totale (dato riferito al 2010) di 2.872.682.109 parole scritte in un mese. L’obiettivo è ambizioso e non c’è tempo per fermarsi a valutare dove mettere la virgola, se quella parola lì è giusta o se la trama regge. Per la qualità della storia ci sarà tempo. Lo scopo di NaNoWriMo è dare valore alla scrittura di pancia, di getto. Non si vince niente, a parte una considerevole dose si soddisfazione personale: chi supera la sfida arriva alle 23:59 del 30 novembre con un romanzo fatto e finito, da revisionare prima di tentare la fortuna della pubblicazione. Dal 2006 a oggi, oltre 100 romanzi NaNoWriMo sono stati pubblicati da case editrici in vari Paesi. Chissà se Bukowski, Roth, Borges e così via ci arrivavano, a scrivere 1.667 parole al giorno.

I consigli di Officina, 10/10 – Lo spazio e il tempo della scrittura

Legittimatevi. Per scrivere occorre una motivazione, cioè un desiderio, un’esigenza che ha un’origine profonda dentro di noi. Occorre spazio, dentro e fuori. Uno spazio interiore, la stanza immaginaria dove raccogliamo le esperienze, le emozioni, i pensieri che ritorneranno nelle nostre storie. Uno spazio fisico, anche piccolo, un posto dove stiamo bene e dove possiamo scrivere indisturbati un po’ ogni giorno. Se pensate di non avere questi spazi a disposizione, di non riuscire a trovarli, di non avere abbastanza tempo, chiedetevi se avete risolto la questione più importante: vi legittimate a scrivere? Scrivere è spazio e tempo per sé, qualcosa che si concede a se stessi e che si trasformerà in spazio e tempo anche per qualcun altro, per chi leggerà, fosse anche un solo lettore. Perché non si scrive mai solo per sé. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.

I consigli di Officina, 9/10 – Revisione: rileggere, correggere, riscrivere

Non abbiate paura. Saper uscire da una storia non è sempre facile ma, alla fine, con la vostra prima stesura in mano, che fare? Intanto lasciatela sedimentare per qualche giorno. Poi rileggete, correggete i refusi e la punteggiatura. Controllate che non ci siano ripetizioni, scegliete con cura i sinonimi. Verificate le possibili incongruenze. Eliminate gli aggettivi e gli avverbi inutili. Asciugate, pulite, limate. Non abbiate paura di rinunciare a una parola, a una frase. Non abbiate paura di riscrivere. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.

I consigli di Officina, 8/10 – Strada principale e strade secondarie

Stabilite la meta. Se scrivete un racconto dovete scegliere una strada, anche insolita ma dovrete seguire quella, senza deviazioni. Se invece scrivete un romanzo ci sarà la storia principale, poi ci saranno le storie dei personaggi, oltre quella del protagonista, e poi le storie che emergono dal contesto. Vi troverete davanti un reticolo di strade, principali e secondarie. Un romanzo è un viaggio, dovete avere presente la vostra meta e il tempo che stabilite di impiegare, potete concedervi qualche deviazione ma dovrete sempre ritornare sulla strada principale, non perderla di vista. A qualche altra possibile dovrete rinunciare, soprattutto alle scorciatoie perché il lettore non è stupido, se ne accorge. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.

L'altra metà del libro

L’altra metà del libro: rassegna dedicata al lettore

Scrittori e lettori, libri e memoria. Venerdì 18 apre a Palazzo Ducale di Genova la seconda edizione della rassegna L’altra metà del libro, quest’anno dedicata alla Memoria. Gli scrittori ospiti hanno in comune, con voci diverse e diverse declinazioni, la scelta di raccontare storie personali, famigliari, collettive attraverso le quali si sono confrontati con il passato, con parti di una storia più grande alla quale sentono di appartenere. Non è casuale che un festival con questo tema cominci la stessa settimana in cui a Palazzo Ducale apre il CreamCafè, luogo destinato alla creatività e all’incontro con persone che stanno perdendo o hanno perso la memoria. L’iniziativa è una sfida, si può, sul filo della memoria residua, mantenere in vita storie individuali, famigliari, collettive. I libri servono anche a questo, lo racconterà Alberto Manguel, il curatore del festival, venerdì 18 alle ore 18:00 e lo spiegheranno, con la loro voce e la loro esperienza, Emanuel Carrère, Elizabeth Strout, Melania Mazzucco, Eduardo Galeano, Lilian Thuran. Per chi vuole scrivere. Sarà interessante ascoltare Luca Formenton, editore de Il Saggiatore: sabato 19 alle 11:00 spiegherà come un testo di un autore diventa un libro per i lettori e parlerà della situazione attuale dell’editoria in Italia.

I consigli di Officina, 7/10 – L’incipit

Dentro la storia. Una storia deve cominciare. Ci sono incipit lenti, descrittivi, che prendono per mano il lettore e lo conducono dentro la storia. Ci sono anche incipit veloci che ci trasportano dentro una storia che abbiamo l’impressione sia cominciata prima del nostro arrivo. Pensate a quali incipit vi catturano di più quando leggete, provate a imitare gli incipit dei grandi scrittori. Incominciate a scrivere la vostra storia, dopo una pagina rileggete e osservate se nel vostro testo non via sia una frase, dopo qualche riga dall’inizio o anche a metà che possa essere riconosciuta come il vero incipit. Riscrivete cominciando da lì. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.

I consigli di Officina, 6/10 – Raccontare spazi e situazioni

Viaggiare senza spostarsi. La cornice è la situazione, la circostanza temporale e di luogo della vostra storia. Potete sceglierla attingendo alla vostra esperienza o al vostro mondo interiore. Potete scegliere anche una cornice lontana da voi ma importante per come immaginate la storia. Documentatevi, navigate in Internet, leggete libri, guardate film, parlate con persone che vi aiutino a costruirvi una competenza, viaggiate o createvi le condizioni per viaggiare senza spostarvi, raccogliendo elementi utili alla vostra immaginazione. Tenete un taccuino con gli appunti del vostro viaggio reale o immaginario. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.