Idee chiare. In genere si comincia scrivendo racconti perché il romanzo implica una struttura complessa da tenere sotto controllo. Il racconto, per certi aspetti, è una prova più difficile, bisogna sapere già quasi tutto prima di cominciare, appena entrati nella storia già si dovrà uscire. Idea e cornice narrativa devono essere chiari fin dall’inizio, spazio e tempo ben definiti. Pochi personaggi. Asciugare molto, non perdersi in dettagli, eliminare tutto quello che non è funzionale alla storia. Cercare un ritmo della narrazione e non perderlo. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.
Occhi diversi, storie diverse. Per la vostra storia dovrete scegliere un punto di vista. Non è una scelta semplice. Vale la pena divertirsi con qualche esercizio. Per esempio, la vostra nascita raccontata dal vostro punto di vista e poi da quello di vostra madre o dell’ostetrica o di vostro fratello maggiore produrrà storie tutte diverse. Potete farlo con qualunque episodio della vostra vita. Oppure potete farlo con una favola, quella che preferite, per esempio Biancaneve cambierà se raccontata dal punto di vista di Biancaneve o della matrigna o di uno dei sette nani. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.
“Fantasma” di Angela Tenca. È un’ombra che si avvicina in mezzo ai banchi del mercato, vedo chiaramente una grossa borsa di cuoio, color cuoio, messa a tracolla su spalle robuste e su una giacca rossa. I capelli sono legati con un elastico colorato ma le ciocche più corte scappano ai lati delle orecchie. Piccole, quasi invisibili orecchie dalle quali pendono semplici orecchini di perle a goccia. La mia testa è ovattata come se non sentissi bene. I suoni che mi giungono sono incomprensibili. C’è tanto colore, tanto movimento a terra ma se alzo gli occhi vedo qualcosa che assomiglia alle quinte di un teatro abbandonato. Tutto grigio, tutti i lati uguali e noi, forse, sul palcoscenico. Sto dormendo? Sto sognando? È tutto surreale. Sono venuta fino qui per rovistare tra vestiti usati e cimeli di eserciti inesistenti? La mia sindrome da shopping compulsivo mi ha portato a questo mercato e ora, come stordita, vedo questa figura che avanza verso di me. È una donna? È straniera? Non è polacca, gesticola con i venditori che non la capiscono e compra, compra e riempie la borsa di cuoio e poi tira fuori un sacchetto e riempie anche quello. Questa bancarella vende grandi specchi. È sola, è arrivata sola, viaggia sola, ha coraggio. Per un attimo vedo la sua figura sovrapposta alla mia nello specchio, quasi scompare dietro di me. Ma chi è? Dove va? Ora la seguo, sale sul tram e scende in centro, va a sedersi su una delle famose panchine da cui esce la musica di Chopin. Mi siedo di fronte a lei ma dalla mia panchina la musica non esce. S’incammina per Uliça Krakowskia Predmiescie (via del borgo di Cracovia,dice la guida), si ferma a un angolo ed entra in un bar, Prezekaski Zakaski è scritto sull’insegna ma questo proprio non so cosa vuol dire. Dalla porta esce un forte odore di cibo. La guardo dalla vetrina. Appoggiata a un bancone semicircolare mangia un piatto con pezzetti di pesce e cipolle e beve da un piccolissimo bicchiere un liquido trasparente. Sorride e soddisfatta continua la sua passeggiata. Non si accorge di me. Io sono stanca, sto per rinunciare ma la curiosità è tanta e proseguo il mio pedinare. Instancabile arriva alla città vecchia, alla piazza della Sirenetta. All’improvviso si gira, cambia direzione e mi passa accanto senza vedermi, come se io fossi un fantasma. Lei cammina, cammina è quasi buio prende una strada in discesa,attraversa un parco, io mi sento persa non so più dove sono, guardo il nome della via: Uliça Lipowa (via dei tigli), attraversa e varca la soglia di un locale con l’insegna ben comprensibile SAM. Qui non voglio restare a guardare dalla vetrina, entro e mi siedo. Lei ordina e dopo poco arriva una ciottola piena di un liquido fucsia, domando alla cameriera cos’è? Chlodnik e lo mangio scoprendo una minestra fredda di barbabietole rosse e panna acida. Mangio in fretta perché non voglio perderla. Va a finire che entra nel mio stesso albergo, nella mia stessa stanza e svanisce. Cosa sono i Racconti di Varsavia. Maggio 2013. Un gruppo di viaggiatori di Officina Letteraria, insieme a Emilia Marasco e Elena Mearini, vola a Varsavia per fare l’esperienza di un laboratorio di scrittura. Cinque giorni per un racconto ambientato a Varsavia, per misurare la distanza tra la città immaginata e quella reale, per ascoltare storie, immagazzinare impressioni sperando che diventino tracce. Un’esperienza di incontro con Zuzanna Krasnopolska, ricercatrice all’Università di Varsavia del Dipartimento Artes Liberales, con i docenti e soprattutto con gli studenti di Italianistica che hanno organizzato una passeggiata letteraria per Varsavia e hanno scritto il loro racconto in italiano.
Persone e Personaggi. Per scrivere una storia ci vuole un personaggio. Vi verranno in mente persone conosciute, avrete voglia di prelevare una caratteristica da uno, un difetto da un altro, un tic nervoso da un altro ancora. Provate a elencare tutto quello che conoscete del vostro personaggio o che scoprirete di conoscere compilando l’elenco: come si chiama, qual è il suo aspetto esteriore, quanti anni ha, dove vive, forse vorrebbe vivere altrove, se ama qualcuno, ha delle fobie o una patologia, se c’è un segreto o un trauma nel suo passato, se ha un’aspirazione, un progetto. Rileggete l’elenco. Cominciando a scrivere non userete tutto ma solo alcuni aspetti, altri emergeranno a poco a poco. La maggior parte rimarrà nell’elenco, sarà servito solo a voi per stare in compagnia del vostro personaggio prima di cominciare a seguirlo lungo la storia. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.
Trasformare la realtà. L’immaginazione è la possibilità che abbiamo di trasformare la realtà utilizzando in connessione i nostri sensi e l’intuizione percorrendo in più direzioni la mappa delle nostre esperienze. L’immaginazione si nutre di desiderio e di capacità di gioco. Allora, se siete in coda alle poste, nella sala d’attesa del medico, se siete su un treno o in un aeroporto, scegliete una persona, osservatela senza disturbarla, con discrezione, provate a immaginare perché si trova lì, che lavoro fa, perché e con chi sta parlando al cellulare, cosa sta accadendo nella sua vita. Chissà quante volte l’avrete già fatto. Questa volta però scrivete le vostre osservazioni. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.
Ordinare le idee. Ci sono temi che ci interessano e dei quali potremmo parlare raccontando una storia, ci sono storie che abbiamo vissuto o che ci hanno raccontato, ci sembra di avere molto da scrivere ma giunti al dunque è difficile far ordine, è difficile scegliere e ci sembra di non aver più nulla da dire. Il consiglio è scrivere, anche senza un progetto, partire da una scena, da una conversazione per esempio al supermercato o sull’autobus, un incontro, partire da qualcosa di apparentemente banale e quotidiano e scrivere una breve storia, di quindici righe, ogni giorno. Cosa sono i consigli di Officina. Queste pillole sulla scrittura creativa, ora divisi in dieci brevi post, sono nati da una collaborazione tra Officina Letteraria e Radio19, la radio de Il Secolo XIX.